Da La Valle dei Re a Jumanji The Adventure

Le dark ride e i casi studio italiani

di Sergio Paludetti

«Luogo della narrazione compiuta».

Cristina Imbrò e Stefano Saro, In-ludere / Tradizioni e design dei treni fantasma e dei castelli incantati, Facto Edizioni, Padova 1989

Con il termine dark ride ci si riferisce a un particolare tipo di attrazione, tipica dei parchi a tema, creata per raccontare una storia e caratterizzata da poca illuminazione. Si tratta di un tipo di attrazione non soggetta a sensazioni adrenaliniche, il cui veicolo, che può essere su binario, trackless o su acqua, ha una velocità costante. In alcune ride di ultima generazione, sono stati aggiunti movimenti di lateralità, rotazioni e scatti.

La tecnologia ad essa correlata, l’utilizzo di LED wall, proiezioni, audio-animatronics e tanto altro, come la stessa tematizzazione, comporta lunghi tempi di progettazione, produzione e grossi investimenti, che nel nostro Paese è difficile sostenere, probabilmente per ragioni culturali, laddove l’ospite medio predilige tipologie differenti di attrazioni e sensazioni.

Ingresso di A Trip to the Moon (Coney Island), progettata da Frederic Thompson per l’Esposizione del 1901 a Buffalo

Storia delle dark ride

Le dark ride si evolvono dai concetti che hanno dato vita ai labirinti, ai giardini fantastici, alle Wunderkammer, alle fiere e ai circhi, luoghi nei quali venivano messi in scena i freak show, fino ad arrivare ai treni fantasma dei Luna Park.

Nel 1901, aprì a Coney Island quella che viene considerata, forse erroneamente, la prima dark ride, dal nome A Trip to the Moon. L’attrazione, che riproduceva un viaggio fantastico sulla Luna, fu la prima a implementare un sistema di trasporto su rotaie completamente automatico e meccanico.

Negli anni Trenta le dark ride hanno conosciuto un periodo di evoluzione e canonizzazione, che trovò compimento nel 1955 con alcune delle attrazioni di Disneyland.  Nel parco di Mickey Mouse, il treno fantasma passa dall’essere una grottesca giostra mobile per creare paura e stupore a un’attrazione stabile che ruota attorno a una tema.

Ciò che ha inventato Walt Disney, e i suoi Imagineers, è un prodotto più complesso rispetto al treno fantasma, il quale invita a passare il tempo libero immergendosi totalmente in un’atmosfera fantastica.

Concept per Snow White’s Scary Adventure di Bruce Bushman, 1954

Design dell’attrazione

Questo tipo particolare di attrazione si avvicina al campo d’intervento del designer coinvolgendolo a due livelli: come studioso di questi impianti e come progettista, adeguando contemporaneamente le strutture alle nuove esigenze produttive di mercato e del pubblico.

«Per quanto non si tratti di strutture che vengono prodotte in serie, una delle peculiarità del design vale anche per questo tipo di progettazione, nel senso che anche e soprattutto in questi casi si tratta di trovare il punto di convergenza fra tradizioni consolidate e nuove esigenze, con una nuova consapevolezza sulla natura e sulle potenzialità comunicative di tali tradizioni.

Questo lavoro tende proprio a mettere in luce il carattere particolare della concezione dello spazio (ricco di virtualità illusoria) che è il contenuto sostanziale» delle dark ride, le quali calano l’ospite in una situazione irreale, fantastica e ludica con la principale vocazione di suscitare emozioni e sentimenti.

Ingresso de I Corsari: La vendetta del Fantasma, Gardaland

L’ingresso

La superfice esterna dell’attrazione, l’ingresso, ovvero quella che si potrebbe definire come la quinta di facciata, diventa il mezzo attraverso cui si manifesta il tema dell’attrazione. La sua funzione specifica è suggerire all’ospite il contesto nel quale si ritroverà immerso una volta entrato.

L’iconografia che si trova sulle strutture che compongono questi ingressi è spesso un’immagine che fa riferimento a un preciso codice espressivo, riconoscibile nella scelta dei soggetti necessari alla formulazione del tema, la cui matrice è riconducibile al codice espressivo proprio dell’arte.

Se, ad esempio, l’ospite si trova davanti a un maniero abbandonato e a pezzi, l’idea che verrà alla mente sarà quella di una casa infestata dai fantasmi come Phantom Manor a Disneyland Paris, oppure entrando attraverso un antico veliero verrà subito alla mente un viaggio per mare, con abbordaggi e colpi di cannone. Quest’ultimo è il caso de I Corsari: La vendetta del Fantasma a Gardaland. Ecco, quindi, che la funzione della quinta di facciata è quella di specificare il tema trattato dall’attrazione.

Na’vi River Journey, Disney’s Animal Kingdom’s Pandora – The World of Avatar

La componente “oscura”

La componente oscura di una dark ride richiama nella mente umana le paure antiche. Il buio rappresenta la condizione tale per cui l’ospite proietti all’interno della sua mente immagini governate dall’insicurezza. Gli spazi bui, nelle credenze popolari, sono i luoghi dove si nascondono mostri, spettri e folletti.

L’oscurità tipica di questa attrazione crea stati di insicurezza e stupore nell’ospite che percorre il viaggio. Sentimenti che spesso vengono sostituti da stati di gioia e stupore, poiché lo scopo ultimo della dark ride non è, come per un treno fantasma, legato allo spavento degli ospiti.

Parte di queste sensazioni si ottengono grazie agli effetti di luce che gli ospiti vedono nella ride. Sarà dunque necessaria un’intera squadra di ingegneri per pianificare l’illuminazione al suo interno e per garantire la portata, il colore e gli effetti di illuminazione adeguati e sincronizzati, affinché possano ottenere il migliore effetto possibile.

Una corsa crea un’esperienza simulata e utilizza diversi elementi per risvegliare i sensi, come immagini, audio e dispositivi sensoriali. Sebbene le dark-ride sembrino essere buie e senza molta illuminazione, necessitano di un lavoro costante di lighting design dietro le quinte.

Audio-animatronics di Hagrid di Hagrid’s Magical Creatures Motorbike Adventure, The Wizarding World of Harry Potter, Universal Orlando’s Islands of Adventure

Gli audio-animatronics

Altra caratteristica peculiare è la presenza di alcuni soggetti all’interno della ride, ovvero gli audio-animatronics, figli di quei fantocci o cartonati che si muovevano spostati da fili nei primi treni fantasma. Gli audio-animatronics utilizzano tecnologie derivate dall’automazione e dalla robotica.

Si passa da figure semplici a figure molto complesse in grado di riprodurre fedelmente le movenze umane e/o animali, tant’è che l’illusione del movimento non permettere di notare la differenza tra un essere umano e un audio-animatronics. Da non confondersi con il robot, in quanto l’audio-animatronics presenta movimenti e registrazioni sonore prestabilite, questo realismo figurato e la sua interpretazione espressiva vengono riconosciuti come i principali ingredienti di creazione suggestive.

La componente atavica di quest’arte si riconosce nell’ambizione dell’uomo di raggiungere le facoltà di un creatore, introducendo il dubbio nell’ospite con manifestazioni inconsuete che sfiorano l’impossibile, proponendo una sfida alla comprensione. «Imitando la natura, e addirittura superandola, il marchingegno, nascosto o meno, è stato in tutte le epoche fonte di fantastiche emozioni che tutt’oggi sopravvivono, superando la contradizione vissuta dall’uomo della nostra epoca nel rapporto odio-amore istauratori con le macchine.».

ETF Multi Mover di Symbolica, Efteling

Il veicolo

Le dark ride sono phisical way per muovere le persone attraverso la storia e l’esperienza. Quando viene progettata questa attrazione è necessario avere una base solida per raccontare la storia. Quando si entra all’interno di un ride deve essere chiaro chi sei, che cosa devi fare e dove stai andando.

Ci sono differenti sistemi per differenziare tutti i modi di vivere queste storie: suspended system, log flume ride, ride-vehicles che si muovono sui binari, ride-vehicles trackless.

La vettura si avvale di un apparato motore che ne permette i movimenti, ma il dato emergente è la forma esterna, dove le parti meccaniche vengono occultate a scapito di una rappresentazione dell’elemento iconografico. Il mezzo conduce gli ospiti all’interno di territori inesplorati, selve oscure e in altri infiniti universi, il veicolo rappresenta il guardiano e svolge un ruolo protettivo nei confronti di chi lo monta. A livello psicologico crea una certa sicurezza nel suo fruitore.

La Valle dei Re, Gardaland, 1987-2008

Le scene e il percorso

Come per uno spettacolo teatrale, o un film, il protagonista è chi vive la storia e in questo caso è l’ospite che entra dalla q-line. Per spiegare meglio cosa significhi provare un’esperienza all’interno di una dark ride, bisogna immaginare di trovarsi a bordo di un veicolo che percorre un tracciato che si annida tra scene diverse di un teatro.

Diversamente dal classico cambio scena teatrale, dove lo spettatore seduto vede il cambio di scena che avviene sul palco, qui la scena cambia ogni volta che svoltiamo un angolo, che percorriamo un rettilineo e così via. Molto di questo processo deriva dal cinema, infatti, sulla base della lunghezza del percorso, avviene una ripartizione in scene, che viene descritta mediante dei bozzetti, così nasce lo storyboard, una sequenza di schizzi che raccontano ogni scena che si svolge all’interno della ride.

Avviene così la creazione di una narrativa. È uno strumento che fornisce le indicazioni riguardo le quantità e la tipologia dei soggetti e delle ambientazioni, utile per far capire al cliente di cosa tratterà l’attrazione.

Il tracciato deve essere in grado di ospitare l’intera forma del veicolo e delle scene che sono state pensate. Un percorso lungo comporta costi elevati e può diminuire la capacità di portata massima giornaliera, ma aumenta l’effetto cinetico connesso al percorso.

Rappresenta una peculiare modalità di manipolazione dello spazio fisico, diventa anch’esso una struttura comunicativa. L’ospite, preparato da ciò che ha visto nella quinta di facciata, si appresta a questo viaggio, un percorso buio, in attesa di scoprire ciò che nasconde. Stimoli emotivi che sono dati dal movimento, dalle svolte, dai giri e dai rettilinei. Al fine pratico, non è importante la durata effettiva del percorso, quanto la durata percepita.

Jumanji The Adventure, Gardaland

Il caso italiano

In Italia ci sono stati dei precursori di questa materia.

Partendo da Armando Tamagnini, più legato ai treni fantasma, che limitavano i riferimenti iconografici alla quinta di facciata e, in particolare, a un concetto vecchio di audio-animatronics, anche se la vetroresina veniva già utilizzata, questi erano fatti come manichini mossi da motori semplici e funi.

Una predark ride italiana potrebbe essere Il Castello di Mago Merlino a Fiabilandia (Rimini), un treno fantasma stabile con una scenografia. Viaggio di Sogno, invece, inaugurata nel 1986 a Edenlandia, una rielaborazione partenopea che prende spunto da It’s a Small World e Peter Pan’s Flight, è la prima nel suo genere, ma è l’anno successivo alla sua inaugurazione che le cose cambiano. Nasce, in quel periodo, una nuova figura legata al mondo dei parchi a tema: l’Imagineer italiano.

È il caso di Valerio Mazzoli, e successivamente di suo fratello Claudio, il quale porta nel nostro Paese un nuovo tipo di figura lavorativa, che progetta e realizza parchi e attrazioni con un metodo ben specifico. Dopo l’esperienza in Disney in America, Mazzoli esporta il know how degli Imagineer a Gardaland per poi elaborarlo in altri parchi italiani ed esteri. Nel 1987 con la realizzazione de La Valle dei Re (Gardaland), l’Italia entra in un contesto internazionale d’avanguardia nel settore dello themed design, la stessa Disney mandò una delegazione per visitare privatamente l’attrazione.

In questa nuova dark ride vediamo per la prima volta l’utilizzo di un tema, degli audio-animatronics, scenografie complete, un’attenzione ai dettagli e al prop e set design. Si passa ad un nuovo passo evolutivo e da quella famosa data le cose cambiano nel nostro Paese, La Valle dei Re, diventa un riferimento non solo in Italia ma nel mondo.

Nel tempo le aziende che si occupano di parchi, in Italia, sono aumentate, pur rimanendo piuttosto esigue. Si ricorda, tra i tanti, un altro importante riferimento italiano: Marco Bressan, erede del metodo Mazzoli che, nel 1999, fonda Ozlab Funfuctory, di cui oggi ne è il responsabile.

È il 2022 che segna un’altra data importante. A trentacinque anni di distanza dal giorno in cui fu inaugurata La Valle dei Re, si assistente in Italia alla creazione di una nuova dark ride. Nello stesso luogo in cui è stata fatta la storia, dove una volta sorgeva La Valle dei Re (1987-2008) e poi successivamente Ramses: Il risveglio (2009-2021), Gardaland ha inaugurato il 9 aprile: Jumanji The Adventure. Una nuova attrazione che, seppur non ai livelli tecnologici delle ride di Disneyland o Universal Studios, ha segnato comunque uno step importante nel contesto italiano.

Gli occhi ora sono tutti puntatati su Cavallino Matto (Marina di Castegneto Carducci, Livorno) che negli ultimi anni si è distinto come una piccola realtà toscana dalle grandi potenzialità e che quest’anno inaugura la sua prima river dark ride chiamata Pirati.

Un anno di ripartenza per tutti i parchi italiani, un anno che ci si auspica possa riaffermare l’arte dei parchi a tema del Bel Paese in tutto il mondo.

Dark ride in Italia

Viaggio di Sogno (Edenlandia, 1986-2013), La Valle dei Re (Gardaland, 1987), poi diventata Ramses: Il risveglio (2009) e attualmente Jumanji The Adventure (2022); I Corsari (Gardaland, 1992) e attualmente I Corsari: La vendetta del Fantasma (2018); I segreti dei sogni (Felifonte, 2003-2007); Ghostville (Mirabilandia, 2006-2011); Reset (Mirabilandia, 2008); Pianeta Winx (MagicLand, 2011) ora Gattobaleno Time Machine (2020); Huntik 5D (MagicLand, 2011), The School (Etnaland, 2013); La casa dei 44 gatti (Etnaland, 2021); Pirati (Cavallino Matto, 2022).

Bibliografia

Fabrizio Crisafulli, Luce attiva. Questioni della luce nel teatro contemporaneo, Titivillus Mostre Editoria, Pisa 2009

Benedetta Dalai, Manuale professionale di scenografia e scenotecnica, Dino Audino, Roma 2017

Neil Fraser, Progettare la luce, Dino Audino, Roma 2019

Cristina Imbrò e Stefano Saro, In-ludere / Tradizioni e design dei treni fantasma e dei castelli incantati, Facto Edizioni, Padova 1989

Sitografia

Imagineering in a Box di Khan Academy, https://www.khanacademy.org/ – https://www.khanacademy.org/humanities/hass-storytelling/imagineering-in-a-box

Dark Ride: L’anima del parco a tema di Marco Bressan, https://www.parksmania.it/ – https://www.parksmania.it/articoli-tecnici/dark-ride-lanima-del-parco-a-tema/

Dark ride, cosa sono? di Luca Bezzi e Sergio Paludetti, https://www.youtube.com/ – https://www.youtube.com/watch?v=qqBtuzYQmhI&t=59s

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