Ad Acquaworld e MagicLand è stata accolta con sconcerto e delusione la road-map governativa che vede il posticipo della data di riapertura per i parchi al 1° luglio prossimo.
“Sono amareggiato e deluso dal calendario di aperture previsto nel Decreto Legge promulgato pochi giorni fa – ha commentato in una nota il Dott. Guido Zucchi, AD di MagicLand, il più grande Parco Divertimenti del Centro-Sud Italia e di Acquaworld, l’unico Parco Acquatico e Benessere d’Italia aperto tutto l’anno – che posticipa l’apertura dei parchi divertimento al 1° luglio e non posso che aggiungermi, alla rabbia e sconcerto manifestati da tutto il comparto dei Parchi Divertimento e Acquatici. Una data, quella del 1° luglio, che stride fortemente con i protocolli adottati, già dallo scorso anno, che hanno dimostrato e garantito la sicurezza dei nostri visitatori, con linee guida rigidissime e comuni a tutti i Parchi Divertimento a livello internazionale. La sicurezza è sempre stata un nostro obiettivo imprescindibile e già nel corso della stagione 2020, nessun contagio è stato registrato all’interno delle due strutture ed i numerosi controlli realizzati dagli enti preposti (Polizia, NAS, etc.) non hanno mai evidenziato nessun punto critico né alcuna multa o sanzione ci è mai stata notificata.
Ritengo opportuno che ci sia equità di trattamento rispetto ad altre categorie simili e reputo incomprensibile che i Parchi Divertimenti e Acquatici che svolgono attività che – notoriamente – si svolgono all’aperto, vengano penalizzati rispetto ad altri settori economici con attività totalmente al chiuso e con minori possibilità di garantire il distanziamento sociale. Siamo fermi da ottobre, il settore dei Parchi è ormai allo stremo e il calo del fatturato è drammatico. Lo scorso anno, con la pandemia in corso e senza ancora un vaccino, il comparto è stato riaperto a fine maggio; quest’anno, con la campagna vaccinale in corso, non è accettabile un simile ritardo”.
Ciò vale per il Parco Divertimenti romano e ancor più per il Parco Acquatico brianzolo, visto che è di pochi giorni fa la pubblicazione di uno studio dell’Imperial College di Londra in cui si accerta che l’acqua delle piscine, addizionata con cloro, può inattivare l’infettività dell’agente patogeno in soli 30 secondi, rendendo così trascurabile la possibilità di contagio. Nonostante questo i Parchi Acquatici sono tra le attività che più dovranno attendere prima di poter riaprire.
Oltre al danno economico, si aggiungano il danno sociale, dovuto alla ritardata assunzione di tutto il personale stagionale, e il danno territoriale causato dai mancati introiti legati all’indotto dei parchi.
Ci auguriamo veramente che queste disposizioni vengano al più presto riviste e corrette.